Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

01 03 2013 | Rimini | I teleriscaldati e l'autogestione del chilowatt

Venerdì, 01 Marzo 2013

tortora-scuro

Rimini | I teleriscaldati e l'autogestione del chilowatt


“Le proposte del Comune le abbiamo accettate, ma ci sembrano ben poco, e soprattutto non sono la soluzione del problema”, spiega Davide Cardone, referente del comitato dei teleriscaldati riminesi, 1.700 famiglie, 5 mila persone circa. In attesa, entro il mese, della sentenza del Tar di Bologna sul loro ricorso rispetto al bando di assegnazione, continuano chiedere a Comune e Sgr la possibilità di gestirsi da sé il gas. A convincerli non bastano la riduzione dal 1 aprile della tariffa minima del 4,5 per cento elevabile fino al 9, né il totale delle riduzioni a regime (nel 2015) da un minimo del 5 a un massimo dell'11 per cento, proposto dall'assessore Sara Visintin ieri in commissione.


Vogliamo che il sindaco di Rimini e l’amministratore delegato di Sgr firmino un documento che certifichi la loro disponibilità ad accogliere il progetto per l’autogestione della rete, richiestoci dall’assessore Visintin, affinché essa stessa possa valutare la nostra richiesta”, spiega Cardone. “Si tratta di un progetto molto serio e complesso, che è in fase di studio e che prevede un grosso lavoro”. In pratica, facendosi due conti, i teleriscaldati hanno scoperto che se si organizzassero in “una cooperativa che usi il ricavo della produzione di energia per la gestione dell’impianto potremmo ridurre la nostra spesa a 7 o 8 centesimi a chilowatt ora rispetto ai 12 centesimi che paghiamo ora”.


Il teleriscaldamento, ribadiscono, “è un servizio pubblico, ma questo nessuno lo dice”. Il problema è che a parità di esigenza energetica, “noi spendiamo di più, ma anche se spendessimo come gli altri sarebbe troppo perché essendo sottoposti a monopolio dovremmo spendere il 30 per cento in meno. Ci sono tutta una serie di agevolazioni che il gestore ha e che non riversa come dovrebbe su di noi. Paga il gas il 30 per cento in meno, per esempio. Sgr può disporre di tutta una serie di incentivi e certificati (quelli verdi e bianchi previsti dal protocollo di Kyoto) proprio per la natura dell’impianto e che differentemente dovrebbe comprare. C’è anche da ricordare che tutti i futuri piani di edilizia popolare sono legati al teleriscaldamento e che quindi c’è un mercato in espansione”.


I proprietari hanno chiesto perché lo sconto del 30 per cento non si riversa su di loro. “Non abbiamo avuto nessuna risposta”, spiegano. Hanno anche chiesto di sapere non appena perché, ma anche di quanto, le loro tariffe sono superiori. Anche qui non sono riusciti a cavare un ragno da un buco. “Purtroppo, spesso, il tavolo tecnico è il posto dove si scontrano i calcoli fatti dai nostri tecnici (che comunque lì ricavano preziose informazioni per portare avanti il nostro progetto di autogestione) con quelli dei tecnici di Sgr. La tariffa è più alta, ma non si riesce nemmeno a capire di quanto perché chi ha un sistema di riscaldamento classico con caldaia calcola il consumo in metri cubi di gas, il teleriscaldamento in chilowatt ore. Per la conversione da metri cubi a chilowatt ora serve un coefficiente che tenga conto di un rendimento. Lo scontro sul tavolo tecnico riguarda lo strumento di comparazione: noi proponiamo di calcolare i rendimenti con una caldaia abbastanza in linea con i tempi, Sgr prende a esempio una caldaia degli anni in cui l’impianto è stato fatto (a Viserba 7 anni fa, sulla Marecchiese molto più tempo addietro). Il risultato è che Sgr calcola dei rendimenti molto più bassi”.


Ma sulla tariffa non pesa solo la discordia sulla caldaia. “Noi in bolletta abbiamo una tariffa con il 10 per cento di iva, non riusciamo a visualizzare, come per gli altri sistemi, se paghiamo stoccaggio o altro. Se, per esempio, loro ci fanno pagare una dispersione noi non riusciamo a capirlo dalla bolletta”. Sull’oscurità della bolletta un altro enigma (non più tale, in realtà) per i teleriscaldati. “Per ammissione dell’ingegner Coppola dell’ufficio Peep del Comune sono stati trovati 1,1 milioni di euro che noi abbiamo versato e che devono essere restituiti. Nella nostra tariffa, infatti, sono stati spalmati anche i costi per oneri di urbanizzazione. I problemi qui sono due. Il primo è che noi gli oneri li abbiamo versati acquistando le nostre abitazioni. Il secondo è che la tariffa è la stessa a Viserba, sulla Marecchiese e a Gaiofana, mentre gli oneri ci sarebbero solo per Viserba. Vale a dire che anche i proprietari della Marecchiese e di Gaiofana pagano gli oneri, comunque non dovuti, per Viserba. Ma vi sembra normale?”.


Cittadini alle prese con la (normale?) pubblica amministrazione. In Comune a dare loro manforte il consigliere dell’Idv Stefano Brunori. “Sua la mozione sul provvedimento congiunto per il tar dello scorso maggio. Ricordiamo bene quel famoso consiglio comunale dove i nostri bambini, le nostre donne e i nostri anziani, c’era anche qualche disabile, sono stati costretti ad aspettare fino alle 11,30 di sera che il consiglio si decidesse a votare. Cercavano di prendere tempo per vedere se fossimo andati via. Noi siamo rimasti. Poi è stato chiesto il voto nominale e la mozione è stata approvato all’unanimità”. E poi ci sono i consiglieri del 5Stelle. “In quella seduta Carla Franchini ha anche chiesto le commissioni sul teleriscaldamento”.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram